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Tecniche orafe: fusione che passione!

Tecniche orafe, fusione di osso di seppia.

Parliamo di tecniche dal mondo dell’oreficeria… E fra le tecniche orafe di tradizione ce n’è una che, applicata con grande competenza, permette di conferire al gioiello lo status di vera e propria opera d’arte.

È una famiglia di tecniche affini, e basate su un unico principio, quello della fusione, che riesce a far convivere diverse arti applicate, racchiudendone l’essenza in un grande gioiello d’autore.

Artigianato artistico, design, scultura, moda vengono così ad essere catturati da un unico processo creativo che letteralmente fonde e dà corpo all’idea, restituendola nel modo più fedele possibile e attribuendole nuovo valore.

Le tecniche appartenenti alla famiglia della fusione hanno inizio con la modellazione delle cere, necessaria a creare il modello su cui sarà plasmato il gioiello.

Ancora oggi le tecniche di fusione a cera persa rimangono legate alle grandi tradizioni del passato, pur avvalendosi delle conoscenze tecniche e tecnologiche contemporanee.

Il procedimento di fusione a cera persa viene impiegato nella realizzazione di pezzi molto complessi e consiste nel preparare un modello dell’oggetto che si vorrà creare ed eventualmente riprodurre, leggermente maggiorato rispetto alle dimensioni reali, in relazione sia al ritiro del metallo che della cera.

Questo modello porta alla preparazione di un involucro a forma di conchiglia, generalmente in gomma, nel quale iniettare una cera speciale.

Si ottengono così i modelli secondari, a loro volta raggruppati e montati su supporti in cera, fino a formare un grappolo più o meno complesso di oggetti, completo di colatoi e imbuti di colata, che permetteranno al metallo fuso di riempire ogni piccolo interstizio del modello. I grappoli di oggetti in cera vengono sistemati entro cilindri nei quali è colato uno speciale gesso ceramico (scagliola) che, consolidandosi durante la cottura, dà luogo alla forma definitiva da cui ricavare l’oggetto.

Durante la permanenza in forno avviene l’eliminazione della cera (di qui il nome “cera persa”) che dà origine a cavità dalle superfici molto lisce, perfette riproduzioni della forma dei modelli originali in negativo.

Il metallo prezioso, precedentemente fuso in forno, viene iniettato nelle staffe di gesso ancora calde, acquisendo così la forma voluta.

Ad operazione compiuta, e una volta avvenuta la solidificazione, i gusci di gesso vengono spezzati e gli eventuali residui di materiale ceramico sono completamente asportati con adeguati lavaggi. Scomposto il grappolo nei suoi singoli elementi con mole da taglio, i pezzi vengono successivamente rifiniti e ultimati.

Continua…

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